Filosofando

Un panda politico: la democrazia oggi

Oggi democrazia è una parola in via d’estinzione. In un ipotetico magazzino dei ricordi della storia del 1900, la democrazia si potrebbe trovare tra l’hula hoop e le musicassette: un’anticaglia da collezionisti un po’ rétro, di cui si può fare a meno. 

E pensare che per tutto il XX secolo la parola “democrazia” è stata sulla bocca di tutti. Democratici si proclamavano i partiti di massa, social-comunisti e cristiano-popolari, che si erano affacciati nell’agone politico alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento. Negli stessi anni alcuni liberali abbracciarono la causa democratica. Chiaramente antidemocratici si dichiaravano i regimi conservatori e quelli nazifascisti colpevoli delle due tragedie della prima metà del XX secolo: la Grande Guerra (1914-1918) e la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945). 

Nel secondo dopoguerra, sconfitti i regimi nazifascisti, alla democrazia si richiamarono sia le liberal-democrazie occidentali sia le “democrazie popolari”, spesso poco democratiche nei fatti, dei paesi del cosiddetto “socialismo reale” (Unione Sovietica, Polonia, Germania Est, Ungheria, Albania, Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria). 

Con la caduta del Muro di Berlino e la disfatta del blocco sovietico, la liberal-democrazia sembrava poter vantare, per le sue vittorie sul campo di battaglia, lo status di migliore sistema politico della storia. 

E poi? 

Con il nuovo millennio la democrazia è scomparsa dai radar del pensiero politico. In un’ipotetica istantanea della politica contemporanea, lo sguardo attento potrebbe intravedere in un angolo buio un corpo rannicchiato a terra in posizione fetale che cerca di difendersi dalle bastonate delle forze dell’ordine o dei neomanganellatori di destra. Ecco la democrazia oggi. Relegata in un angolo dal pugno duro delle oligarchie del capitale e dalle aggressioni dei neofascisti in salsa postmoderna: populisti o sovranisti che dir si voglia.

Ma cos’è la democrazia

In primo luogo, la democrazia è necessariamente una repubblica. Una monarchia non può essere democratica per definizione. Il governo di un singolo non può essere democratico, in quanto in democrazia tutti partecipano al governo della “cosa comune”. In secondo luogo, in democrazia non vi possono essere fondamenti ultimi sovraumani. La democrazia è un sistema politico laico. Non c’è spazio per gli dèi, è una cosa “per soli uomini e sole donne”. E tanto meno c’è spazio per i “bennati”, discendenti dai nobili natali. Per partecipare alla vita pubblica, in democrazia è sufficiente essere “cittadino”: membro della comunità politica. Presupposto della democrazia è, infatti, la convinzione che l’arte politica sia presente in tutti in egual misura. Un cittadino può essere nella vita di tutti i giorni un buon falegname, un cattivo contadino, un piccolo commerciante, un ricco imprenditore. Ma quando agisce politicamente, il cittadino deve assumere un punto di vista universale per il bene dell’intera collettività, slegato dagli interessi particolari del falegname, del contadino, del commerciante, dell’imprenditore. 

Le decisioni democratiche richiedono poi analisi e discussioni approfondite, prima di diventare legge generale e astratta, uguale per tutti i cittadini. In democrazia non si possono prendere decisioni affrettate. Il discorso democratico richiede tempo per poter svolgere compiutamente il proprio pensiero e comprendere quello altrui. Non le emozioni, ma il ragionamento deve guidare le decisioni politiche in democrazia

E, infine, per permettere a tutti di partecipare in modo pieno alla vita pubblica (democratica), è necessario garantire a tutti l’effettiva agibilità politica, garantendo a tutti, e non solo ai più fortunati, condizioni di vita idonee che permettano a tutti di progettare e attuare il proprio ideale di vita. 

Ma in una realtà politica come quella attuale, dove le tradizioni religiose sono tornate a far sentire la loro voce invadente, dove si ricercano leader carismatici e nuovi “unti dal Signore”, dove si è sempre alla ricerca di risposte immediate ed emotive, “di pancia”, dove “redistribuzione” e “diritti sociali” sono considerati bestemmie, quale spazio può avere la democrazia?



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