Dizionario ragionato

Villaggio globale

Dobbiamo a Marshall McLuhan, sociologo e massmediologo canadese, considerato il profeta dell’era digitale, l’invenzione dell’espressione “global village”: “villaggio globale”. E questo avveniva negli anni 60 del 1900, un tempo in cui il concetto di “globalizzazione” era ancora quasi sconosciuto.

Con “villaggio globale” si intende la tendenza delle nuove tecnologie elettriche, al tempo di McLuhan, e oggi della rete e dei social media, a superare i confini territoriali nazionali con la conseguente trasformazione dell’intero pianeta in un unico grande “villaggio”. Ma per McLuhan il “villaggio globale” indicava una cosa ben più radicale. Significava la “ritribalizzazione” – a livello globale – del modo di comunicare, pensare e significare il vivente.

E se per McLuhan la “ritribalitizzazione”, cioè il ritorno al mondo tribale, era “cosa buona e giusta”, noi oggi sappiamo che il neotribalismo globale sta portando soprattutto conformismo, omologazione, ossessione identitaria, xenofobia, settarismo, nazionalismo, razzismo e, naturalmente, guerra.



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