Dizionario ragionato

Alfabeto

Parola composta dalle prime due lettere, alfa e beta, dell’alfabeto greco: il primo alfabeto completo della storia, comprendente vocali e consonanti, singoli grafemi o segni grafici a cui corrispondono altrettanti fonemi o suoni distintivi (l’alfabeto fenicio, da cui deriva, riadattato, l’alfabeto greco, non prevedeva le vocali).

La scrittura alfabetica greca, le cui prime testimonianze risalgono alla metà dell’VIII secolo a.C., nasce per favorire il commercio o, più probabilmente, per fissare l’immensa tradizione orale di miti e canti epici, da cui derivano l’Iliade e l’Odissea attribuite ad Omero, le prime due opere della letteratura occidentale.

L’alfabeto greco rappresenta una grandiosa rivoluzione mentale e culturale: perché fissa per iscritto ciò che l’oralità affidava alla memoria dei popoli e di singoli specialisti della memoria (aedi e rapsodi, cantori e poeti); perché il testo scritto può essere letto e riletto, e quindi ragionato, meditato, criticato, corretto e ricorretto. La scrittura alfabetica è figlia del lògos, della ragione, e favorisce lo sviluppo del lògos, del ragionamento astratto e concettuale, che soppianta progressivamente il mito e i suoi racconti orali basati per lo più sulla melopea e sull’immaginazione.

Nel nostro mondo digitalizzato, interconnesso e dominato da contenuti audiovisivi, assistiamo al dilagare del cosiddetto “analfabetismo funzionale”: l’incapacità da parte di persone alfabetizzate di scrivere correttamente e di comprendere adeguatamente un testo scritto relativamente semplice. È il naufragio del lògos e l’affermazione di un pensiero impoverito, semplificato, fatto di frasi fatte e luoghi comuni, polarizzato in opposti schieramenti pro e contro qualcosa o qualcuno.

Essere alfabetizzati significa saper leggere, scrivere e parlare. Ma per fare bene queste tre cose bisogna frequentare la parola, esercitare la parola, conoscere quante più parole e i loro rispettivi contesti, padroneggiando l’analisi grammaticale, logica e del periodo, allo scopo di parlare una lingua e pensare attraverso una lingua, anziché essere inconsapevolmente “parlati” e “pensati” dalla lingua e dalle sue parole.



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